Ascolti collegati
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Tracklist
01. Rustling
02. Pink clouds over the Semipapero
(includes first english lesson)
03. Pop skull
04. The first years of Bobby Bunny
05. 9V
06. Three minutes in California
07. ‘s Hertogenbosch Blues Festival
08. I am the Musonator
09. You’re an animal!
10. Sudden death
(includes last english lesson)
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Diciamolo
subito: il pane l'ha mangiato! Se un anno fa avevamo scritto che
Samul Katarro ne avrebbe dovuto mangiare di pane prima di diventare
la "next big thing" del panorama musicale italiano, il
pane adesso è stato mangiato e quelle che erano solo pallide
luci (della centrale elettrica?) o piccole speranze, sono da considerarsi
solide realtà. Dopo l'esordio con "Beach party"
che aveva delle valenze positive, ma in mezzo a un coacervo di stimoli,
di guizzi, di fughe nervose, di brusche sterzate, "The halfduck
mistery" (il mistero della papera dimezzata) è album
molto più compiuto e di ben maggior spessore. Forse piacerà
meno ai culturisti della chitarra, ma, ragazzi, qua dentro è
musica tutto quello che nell'altro sconfinava anche altrove.
E la cosa migliore è che di energie se ne è
persa appena un pochino (sempre che sia). Non più solo soletto,
ma appoggiato da un minigruppo che gli consente di indulgere anche
ad arrangiamenti più ambiziosi, Samuel/Alberto non rinnega
le sue passioni musicali, di impronta fine anni '60 e li focalizza
con maggior precisione sui Beach Boys, visti come quella patina
di putredine che sostanzia la scintillante maestria delle musiche.
"Three minutes in California" ad esempio
è sintomatica di quello che intendo.
Sottile lisergia, alchimie sonore morbide, voce duttile in grado
di impennarsi dove serve, scrittura molto più radicale e
matura (anche se permane questo maledetto vezzo dell'inglese che,
ci starà anche bene dal punto di vista fonetico, ma allontana
il gusto di capire cosa stiamo ascoltando e perché) soprattutto
dal punto di vista musicale.
Un semipapero misterioso, sopra cui si chiudono le nuvole rosa disegnate
da questo "genietto" fuori tempo o mestierante dell'ideazione
schizoide. Syd Barrett? O barrette Kinder? Ogni dubbio è
lecito. Ogni lezione è fatta per essere cancellata e dimenticata
dopo l'uso. Ogni epoca ha un suo passato. Katarro se ne frega e
nel passato ci fruga. Ogni tanto ci avvince e ogni tanto non convince.
Ad ascolti alterni. Ascoltiamo ancora.
Crediti:
Alberto
Mariotti alias Samuel Katarro (voce, chitarra acustica) - Wassilj
Kropotkin alis Francesco D’Elia (violino, piano, arrangiamento
archi, chitarra elettrica, percussioni, organo, glockenspiel, harmonium,
seconde voci) - Simone Vassallo (batteria e percussioni). Con la
partecipazione di: Enrico Gabrielli (tastiere) - Mattia Boschi (violoncello)
- Enrico Pasini (flicorno) - Mario Frezzato (oboe) - Alberto Danielli
(basso-tuba) - Simone Bardazzi (banjo) - Lorenzo Maffucci (“bassa
fedeltà e performance concettuali”) - Michelle Davis
(voce)
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